Nota dell'autore

La pubblicazione di questo romanzo è stata resa possibile grazie al patrocinio dei Comuni di San Ginesio, di Ripe e di Colmurano nei cui territori si svolsero,  negli anni a cavallo fra la fine del 1400 e l'inizio del 1500, gli avvenimenti narrati e si mossero i protagonisti della nostra vicenda, artefici di un'epopea degli umili che nella Storia, quella ufficiale, naturalmente con la esse maiuscola, non hanno lasciato traccia.

Ai Sindaci dei tre Comuni, Vittorio Taccari, Luigi Mariotti e Fabrizio Ferretti, tutti neo-eletti  dopo la tornata elettorale  del 13 giugno 1999, vada il mio ringraziamento particolare al quale si accomuna quello della Corale Bonagiunta, sodalizio sanginesino che coltiva la musica ma non disdegna aprirsi ad altri interessi ed assumere, come in questo caso, il peso non lieve della paternità editoriale di quest'opera.

Il merito, dati i tempi che corrono, non è da poco.

L'auspicio che mi piace formulare mentre scrivo queste brevi note di commiato, è che questo romanzo ispirato ad un evento reale accaduto nel 1508 - la condanna a morte del rivoluzionario ripano Luca infardella e la sua decapitazione nella piazza maggiore del castello di San Ginesio - torni gradito al cittadino del 2000 non sempre disponibile, malgrado le apparenze fuorvianti, a veder disperse le proprie radici.

Anche il visitatore occasionale può trovarvi motivi di interesse, primo fra tutti quello di scoprire che gli avvenimenti narrati, veri o supposti tali, una volta tanto, non appaiono imbalsamati nella desolante obsolescenza degli archivi ma sussultano nel fremito vibrante della vita corrente o sobbalzano nella guizzante vivacità della cronaca.

Un grazie doveroso vada anche agli Enti, Associazioni, Istituti di Credito ed ai privati cittadini che hanno ritenuto di sostenere questo progetto editoriale. Tutti meriterebbero di esser menzionati non fosse altro perchè hanno creduto nel mio tentativo letterario, ma la limitatezza degli spazi rende ciò impossibile.

Ragioni di particolare amicizia o di speciale affetto non mi esentano però dal ringraziare singolarmente:

  • il Presidente della Corale Bonagiunta, Prof. Giuseppe Belloni, per l'infaticabile impegno profuso nella ricerca delle condizioni (non solo economiche) utili al successo dell'iniziativa;
  • il Direttore della Corale medesima, prof. Mario Baldassarri, italianista di vaglia, presso il quale con umiltà ho portato "a risciacquare i miei panni";
  • mia moglie Raissa, alla cui creatività sono dovuti i disegni originali inseriti nel testo attraverso i quali vengono idealmente ricostruiti ambienti, monumenti e personaggi che potranno giovare, unitamente alle fotografie di cui è dotato il volume, ad una migliore  comprensione del testo.
  • i miei figli Tania e Cristiano per i consigli ed i suggerimenti di cui sono stati prodighi durante la stesura del romanzo.

Ho lavorato assiduamente a quest'opera nei mesi che vanno dal lungo e freddo inverno del 1998 fino alla piovosa primavera del 1999 mentre ingaggiavo l'ultimo, forsennato duello contro un male senza scampo.

Ho imparato durante tutto questo tempo ad amare i miei personaggi gioendo e trepidando per loro mano a mano che uscivano dalla mia mente e, increduli, indugiavano nei freddi circuiti cibernetici del mio P C.

Ora nel licenziare il romanzo mi sento assalito dalle medesime sensazioni che si provano allorchè i tuoi figli, divenuti adulti, si allontanano per cercare la loro strada. Vorresti tenerli con te ma non osi fermarli.

La vita reclama i propri diritti.

San Ginesio, luglio 1999                                                                      

Giulio Tallè